venerdì 30 dicembre 2011

Nel cuore della Lomellina

La Lomellina non è solo agricoltura e coltivazione del riso, è anche grande arte.

Erano anni che contavo di visitare Lomello, ma era una meta troppo vicina per una gita da pianificare.
Non tanto, però, da "far che prendere e andare".
Andarci, col passare del tempo, era divenuto un piccolo sogno, che finalmente ho reso concreto.



Un sabato pomeriggio piovigginoso di fine settembre sono partito con la mia vecchia "Punto" e, poco più di un'ora dopo, già parcheggiavo, come è mio solito, all'ingresso del paese.
Ho dato uno sguardo alla Chiesa di san Michele (XII sec.) ed al Castello, sede del Municipio.

Mi sono incamminato verso il Battistero di San Giovanni ad Fontes ed ho ammirato con la gioia e la meraviglia di un bambino questo stupendo edificio a forma di ottagono, impreziosito dall'originario fonte battesimale, del VII/VIII secolo.
Sono entrato, poi, all'interno della maestosa Basilica di Santa Maria Maggiore, a tre navate,in stile romanico-lombardo, con i resti di una cripta molto antica.
La mia è stata una permanenza molto breve, ma me ne sono tornato a casa consapevole di avere speso bene il mio tempo, aggiungendo un altro tassello al mondo variegato dei miei ricordi.
Senza andare lontano.

venerdì 16 dicembre 2011

Se potessi tornare indietro...

Un altro anno è quasi passato,e cominciano a diventare tanti!
Ah!,se potessi...


Se potessi tornare indietro
avrei la vista di una lince
e l'inquietudine di me bambino.

Se potessi tornare indietro
avrei i capelli lunghi
e gli occhi azzurri dei miei vent'anni.

Se potessi tornare indietro
farei contento mio padre
e sarei un (inutile) uomo famoso.

Se potessi tornare indietro
mi fermerei alle Tremiti,nel '79
a guardare il futuro al di là del mare.


Ma come si fa a tornare indietro?
Ed allora tantissimi auguri di
BUON NATALE e BUON ANNO NUOVO
agli amici  che passeranno da questo  blog!

lunedì 28 novembre 2011

Marradi, l'altra Toscana

Marradi (FI)

 La Toscana non è soltanto cupole e dipinti angelici.
E' anche Marradi, nel Mugello, sull'Appennino toscano ma di confine con la Romagna.
Ci sono da vedere le tavole del Maestro di Marradi, in San Lorenzo, il campanile della Badia di Santa Reparata, il piccolo,  raccolto Teatro degli Animosi.
Si può salire, in ideale compagnia, con san Pier Damiani, fino all'eremo di Gamogna.

Scarperia (FI)

Non lontano, Scarperia, è località più consona alla Toscana classica. 
Nel trecentesco Palazzo dei Vicari, un piccolo gioiello è il Museo dei ferri taglienti. Ma spiccano anche la Pieve di Sant'Agata, la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo,  la Cappella della Madonna di Piazza.
 
 
Sarà stato per la compagnia, per l'echeggiare dei "Canti Orfici" di Dino Campana, o perchè, al tramonto, sbaraccate le bancarelle della Sagra della Castagna, di Marradi si sarebbe impadronita la quiete. Sarà stato per questo, se mi è venuta la tentazione di rimanere lì, accanto alle rive del Lamone lambite dai boschi, ad assecondare il tranquillo scorrere del ritmo della vita.
Sconfinando a volte, magari, in Romagna, fino alla vicina, imponente, Rocca di Brisighella.

giovedì 24 novembre 2011

Un mio nuovo post su "La casa yemenita"

Cari amici, ho pubblicato sul blog collettivo "La casa yemenita" il mio post intitolato "Il bello dell'Italia per John Grisham".
Trattandosi di uno scritto diverso per argomento rispetto a quelli che pubblico abitualmente mi farebbe piacere se vorrete passare a leggere cliccando QUI, e lasciare direttamente su "La casa yemenita" il vostro commento.

martedì 8 novembre 2011

Mio padre e il ragioniere

C'erano poche comodità. D'inverno si stava al caldo nella stalla, nella bella stagione ci si lavava nelle rogge. Io, minuscolo com'ero, avevo un vantaggio, occorreva poca acqua per me.
Mio papà Gaudenzio coltivava barbatelle, le talee della vite.
Il ragioniere faceva l'assicuratore, veniva una volta all'anno dalla città, con la sua millecento, a riscuotere la polizza incendio.
Per noi era una festa, e lui si fermava volentieri a cena.
Risotto, quello buono con i fagioli, preparato dalla mia nonna, salami della duja, una fetta di gorgonzola, corniole e pere del nostro giardino.
Una bottiglia di Greco bianco, della collina dei Dinuni, sopra la frazione Balchi.



Brava persona, esperto di infinite cose, il ragioniere aveva molta influenza su mio padre, soltanto lui poteva convincerlo a comperare gli strumenti della modernità.
Era il mio alleato.
Nel '56 lo invogliò ad acquistare l'automobile, una giardinetta belvedere.
L'anno dopo, la televisione: "Gaudenzio, è un sacrificio per te. Ma aiuterà il tuo bimbo, che comincia le elementari, a riuscire negli studi. Me lo vedo studiare legge, diventerà, forse un giorno, qualcuno...".
Poi i servizi igienici in casa.
"Sì, è una comodità, ma ogni volta mi costerà almeno una lira", tentò una difesa mio papà.


Avevo sedici anni quando il ragioniere prese commiato, andava in pensione.
"Venite a trovarmi, vi offrirò il caffè del bar. E tu, Costantino, studia!".

A ventitrè anni mi laureai in legge. Il mio svagato modo di essere mi impedì di festeggiare. Però mi venne in mente, con un non percepito sorriso, che una missione era compiuta.
Ma erano, ormai, gli anni settanta.
E la televisione, spesso, la spegnevamo annoiati.

venerdì 4 novembre 2011

Un premio da "L'angolo di Malù"

Avevo partecipato al concorso indetto da Malù sul blog "L'angolo di Malù".
Essendo risultato uno dei vincitori, vi mostro i bellissimi premi che Malù mi ha inviato, con un pensiero molto gentile anche per Giada.





Grazie Malù per i premi inviati, molto belli e molto graditi.

venerdì 21 ottobre 2011

La Valcuvia ed il "Pretore di Cuvio"

E' piacevole dedicare una giornata di sole alla bellezza difficile della Valcuvia.
Partiti da Casalzuigno, dopo una visita alla cinquecentesca Villa Della Porta-Bozzolo, lambita Arcumeggia, borgo dipinto, raggiunto Cuveglio, ci si trova, sorpresi, tra il verde intenso ed il profumo selvatico dei boschi.
Una meta è Cuvio, il capoluogo.

La seicentesca chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il coevo Palazzo Cotta-Litta-Arese (con il grande scalone), il Parco, le strette viuzze, i vecchi palazzi: come non poteva trarvi ispirazione Piero Chiara?
Cuvio, paese tranquillo e poco abitato, non credo sia mai stato sede di una pretura.
Ma era lo scenario adatto perchè il grande narratore di Luino vi ambientasse una delle sue belle vicende.


Comprai Il Pretore di Cuvio nel 1973, appena edito da Mondadori.
Mi attraeva il dipinto di sovracoperta di Franco Gentilini, Adamo ed Eva, di cui mi ammaliava il volto di donna.
Somigliante come una goccia d'acqua al viso di una ragazza che conoscevo, e mi ostinavo a non dimenticare.
Non poteva non chiamarsi Augusto Vanghetta, il protagonista, divenuto pretore per caso e per fortuna (era un "mortarino").


L'Ufficio nell'ampio scalone di un palazzo seicentesco dove troneggiava la targa "Gabinetto del Pretore" era la sua tardiva vittoria.
La moglie giovane, malinconica, disperata dimagriva fino alla liquefazione. Ma la magrezza, il busto esile, esaltavano la sua bellezza.
Brutto come la notte lui, sciupata, ma bella e giovane lei...
Lessi d'un fiato il volume fino alla pagina 136, l'ultima. Un gran libro. L'ho ripreso oggi: una "storia" da leggere, più che da recensire...


Piero Chiara, Il pretore di Cuvio, Arnoldo Mondadori Editore, prima edizione marzo 1973

lunedì 17 ottobre 2011

Un mio post su "La casa yemenita"

(fotografia di Giada)


Su gentilissimo invito di Red, ho pubblicato sul blog collettivo La casa yemenita il mio scritto "Un paese come tanti".

Vi prego, se volete, di andare a leggere il mio post (cliccate QUI) e di scrivere direttamente su "La casa yemenita" il vostro commento.

Il blog è molto interessante e i post degli altri co-autori, meritano veramente di essere letti e commentati.

mercoledì 21 settembre 2011

La scuola del mio paese ed il pruno selvatico

Nel mio paesello la scuola era grande, circondata da un amplissimo cortile.
Gli alunni erano pochi, con una sola maestra, che insegnava a tutte le classi assieme.
Era inevitabile che le lezioni fossero, ogni anno, eguali, sia in prima classe, sia in seconda, sia in terza.

Dalla finestra scorgevo, proprio all'estremo lembo del cortile, un arbusto di pruno selvatico.


Ne vedevo formarsi le gemme, dischiudersi i fiori, apparire le foglie e poi i frutti, molto piccoli, poco più di un chicco di uva regina.
Aumentavano gradualmente di dimensione, assumevano colore, sempre più scuro con il declinare della primavera verso l'estate.
Ai primi di giugno, però, le lezioni ultimavano; il cancello della scuola veniva sprangato ed io, a bocca asciutta, cominciavo le vacanze.
Quei frutti maturavano col caldo della piena estate, a scuola chiusa, e non ho mai potuto gustarli.

Frutti aspri di un alberello spinoso.

Mi allontanavo mesto, con una insaziata acquolina in bocca.
"E' molto studioso, preferisce la scuola alla vacanza" diceva la gente vedendomi triste, ed è un'etichetta che, a sessant'anni, mi porto ancora appresso, immeritata.
Anch'io, invece, gradivo correre per prati e campi, popolare le rogge di barchette di carta, inseguire libellule e maggiolini, cogliere pesche e cetrioli.

Ero triste soltanto perchè, neppure quell'anno, ero riuscito nel mio intento.
Tutto questo per pochi, piccoli, aspri frutti di un pruno selvatico.

Oggi l'edificio della scuola è diventato un circolo ricreativo, ed al posto del pruno c'è un gioco delle bocce.

martedì 6 settembre 2011

Curtatone: le Grazie, il Coccodrillo, i Madonnari, il Mincio

Curtatone, un nome che rimane impresso per via della battaglia combattuta il 29 maggio 1848.
Molto noto il suo Santuario, nella frazione Grazie, consacrato nel 1406 e meta di visitatori da ogni dove. Esternamente si nota ancora l'originario stile gotico lombardo, pur in presenza di rimaneggiamenti.
L'interno è ricco di statue, ex voto, dipinti pregevoli (a mano di Giulio Romano, Lorenzo Costa, del Bonsignori).
Era da tempo che volevo andarci incuriosito da tre cose: i Madonnari all'opera il 15 agosto di ogni anno, il Coccodrillo, il Mincio.
L'occasione è venuta quest'anno a Ferragosto, aggregandomi ad una comitiva in partenza da Borgomanero.
Dopo aver fermato lo sguardo sul bellissimo porticato e sulla facciata, sono entrato in un Santuario affollatissimo, a cercare subito, tra tante opere d'arte, il Coccodrillo imbalsamato appeso al centro della navata.


All'uscita, come non apprezzare le opere dei Madonnari, intenti a dipingere sull'asfalto, con gessetti colorati, effimere immagini sacre? Opere non facili da realizzare, tra una marea di gente e con un caldo soffocante.



Uno spettacolo unico nella sua semplicità.



Dopo un lauto pranzo a base di specialità locali, tutti in battello a navigare sul Mincio, attorno a Mantova.
Abbiamo osservato lo spettacolo selvaggio dei canneti, la impressionante distesa dei fiori di loto, fieri ed intensi come sguardi innamorati.
A riva, la città di Mantova, col Palazzo Ducale ed il Castello di San Giorgio.

venerdì 19 agosto 2011

Aletsch, Jungfrau, io, Tartarino

Cosa facevo io di fronte al ghiacciaio Aletsch in una domenica di tardo luglio, temperatura zero gradi, mentre alcuni ragazzi svizzeri, tutti rigorosamente biondi, si lanciavano gioiosamente palle di neve? (Ed io che credevo che solo in Italia fosse consentito tirare palle di neve!)



 
E cosa faceva, dal lato opposto, Tartarino il prode tarasconese, reduce dall'epica avventura africana? Stava forse tentando goffamente la scalata dello Jungfrau, la vetta svizzera per eccellenza? (Bellissima l'interpretazione televisiva di Tino Buazzelli, tanti anni fa).



Io ero arrivato qui valicando il Sempione, dove ero passato a fianco della grande Aquila napoleonica.
Avevo raggiunto in funivia Bettmeralp, con la chiesa di St. Michael, le casette montane, i balconi fioriti, a 1957 metri d'altitudine.




Poi decisamente più in alto, con la cabinovia, ad ammirare il ghiacciaio più esteso d'Europa, Patrimonio Unesco Jungfrau - Aletsch, ed a volgere lo sguardo su di un Vallese pittoresco, solcato dalle acque del Rodano.
Ne valeva la pena, e l'emozione di quel freddo estivo lo conservo nel fardello, sempre più greve, del mio aver vissuto.


Bibliografia: Tartarino di Tarascona, Tartarino sulle Alpi, Oscar Mondadori, 1°edizione settembre 1968 

sabato 30 luglio 2011

Tra il bosco e l'autostrada: la fontanella di San Martino


Altri tempi, si viveva in maniera più semplice, tante comodità, in campagna, non esistevano.

D'estate, quando l'afa diventava opprimente, ma si era costretti lo stesso a lavorare la terra anche col sole a picco, se si aveva sete c'era soltanto l'acqua del pozzo.

Un refrigerio era la fontana di San Martino, una fontanella in mezzo al bosco da cui sgorgava acqua fresca, leggerissima, dissetante.
Noi ragazzini ci arrivavamo in bicicletta e, dopo avere placato la nostra arsura, riempivamo qualche bottiglia per gli adulti che stavano lavorando.


Tanti anni dopo, la fontana di San Martino c'è ancora, la sua battaglia per sopravvivere l'ha vinta.
Lo scenario è, però, profondamente mutato.
Non c'è più il sito rustico, selvatico, poetico, vagamente melanconico di allora; attorno non più il bosco fiorito di crochi, anemoni e bucaneve, ma nelle vicinanze case, industrie, l'autostrada.

E una scalinata, bella e tenuta bene in ordine, che conduce alla piccola sorgente.

Una parte di poesia il progresso l'ha fagocitata ma, ancora, parecchia gente va fin lì per cercare, e forse ritrovare, tra realtà e immaginazione, il sito ameno di una volta.

martedì 19 luglio 2011

Gemonio paese di artisti: Nicola Pezzoli scrittore

Gemonio è il borgo del grande scultore Floriano Bodini, uno dei fondatori del movimento "Realismo esistenziale".
E, proprio al confine, a Cocquio, visse Innocente Salvini, eccellente pittore sottovalutato in vita ma di straordinaria capacità.

A Gemonio vive l'ottimo scrittore Nicola Pezzoli, autore del libro Tutta colpa di Tondelli, edito nel 2008 da Kaos Edizioni.
Nel blog di Pezzoli (cliccare QUI per entrare) ho apprezzato molti inediti di grande interesse, da leggere subito, in attesa della pubblicazione.
Tra le Poesie del poeta pentito la mia preferita è Io,  che ho inteso come un dialogo in versi tra una persona ed il suo inconscio, che cercano di incontrarsi ed immedesimarsi.

I racconti sono tutti molto belli.
In Pazzoteca La Paz ad esempio, ho riscontrato un modo di raccontare nuovo, originale, irriverente, un linguaggio personale, proprio di un autore nato per scrivere, degno di essere letto.
Singolare la condanna inflitta al protagonista. Non la galera (banale), non l'internamento in Pazzoteca (pena troppo blanda), ma una punizione esemplare: trovare impiego in un call center e rifilare ai malcapitati interlocutori versi orrendi e di dubbio significato.


 Gemonio, chiesa di San Pietro (sec. X - XI)
monumento nazionale

lunedì 4 luglio 2011

Amici Artisti

Vi presento qui di seguito le opere di alcuni amici pittori, scultori, fotografi della mia zona, che hanno abbellito, per il giorno dell'inaugurazione della nuova sede, l'Ufficio dove presto la mia attività lavorativa.
A loro tutti un GRAZIE!, per la gentilezza e per la qualità delle opere.

 Mauro Borzini 
fotografia

Patrizia Cometti
fotografia

Chiara Fioramonti 
pittura

Matteo Fioramonti 
scultura

Antonella Frignani  
pittura

 Federico Gritti
fotografia

Giada Ottone
pittura

Maurizio Polato
pittura

domenica 19 giugno 2011

I gatti di Arcumeggia

Scoprii Arcumeggia per caso, su una guida turistica della Lombardia.
La strada per arrivarci, da Casalzuigno, fu davvero impervia e difficile, stretta, a strapiombo. Ci accolse un paesino fuori dal tempo, un "paese dipinto", tra gli affreschi murali di Aligi Sassu, Remo Brindisi, Innocente Salvini, Montanari, Dova, Migneco, ed altri formidabili pittori.
Ci inoltrammo tra i vicoli, ricchi del fascino del tempo che fu.

All'improvviso vedemmo stupiti uscire da un portone tanti gatti ben nutriti che si lasciarono avvicinare e prendere in braccio:
"Sono i "miei" gatti randagi, li curo e nutro tutti io" ci disse un signore anziano, forse un pittore: "il mio cruccio è uno solo, io sono vecchio, chi li accudirà quando non ci sarò più?"
E ci presentò la gatta più bella e pasciuta: "Questa è la Picassina, variegata di tanti sgargianti colori, tutti quelli della tavolozza di un grande artista!".

Picassina 
particolare di un disegno
di Giada Ottone

Tornai ad Arcumeggia molti anni dopo, nel 2005, per vedere una mostra dedicata a Remo Brindisi.
Andai prima di tutto in quel vicolo ma, com'era prevedibile, i gatti non c'erano più...

venerdì 10 giugno 2011

LUINO - Alla ricerca del "Pierino" di Piero Chiara

Per anni ritenemmo superfluo visitare Luino, conoscevamo già tutto attraverso le pagine scritte da Piero Chiara.
Un giorno ci andammo, per riconoscere tra i banchi del mercato, sul molo del porto, tra le viuzze del centro, i personaggi indimenticabili ideati dal grande scrittore.


Luino (VA)

Per percepire anche noi gli odori fini, portati dal vento, provenienti dall'altra sponda del Verbano.

Ma soprattutto per riconoscere Pierino, intento a correre a rompicollo.
Li vedemmo tutti con la fantasia, solo con la fantasia.

Al ritorno una sosta a Porto Valtravaglia per un caffè ed un gelato.


Porto Valtravaglia (VA)


Infine, a Leggiuno, uno sguardo allo stupendo Eremo di Santa Caterina del Sasso.

Indimenticabile.


Eremo di S. Caterina del Sasso
Leggiuno (VA)


Bibliografia
Piero Chiara, Le avventure di Pierino al mercato di Luino, ed. Mondadori

sabato 21 maggio 2011

SORELLA MONTAGNA

"Costa", Padre Costantino, era un frate francescano nativo di Cureggio, ma portato dalla sua attività pastorale, a vivere a lungo a Torino e a Novara.
Nel 1992, quando si accorse che il suo possente fisico non era più in grado di scalare le vette alpine, testimoni del suo grande amore per la montagna,raccolse in un libro i ricordi, le esperienze, le temerarietà della sua attività di alpinista "per passione", e le sue osservazioni, da così in alto, circa la bellezza del creato.
In "Sorella Montagna", ritrovai i racconti che Padre Costantino ci faceva a casa nostra, ogni anno a fine estate, quando veniva a  trovare tutti, ma in particolare mia nonna, la sua zia "Seta",sorella di suo papà.
In queste pagine,per me preziose, ritrovo il racconto delle sue scalate al Monte Rosa, al Monte Bianco, al Cervino, al Bernina, al Ciarforon, a Castore e Polluce, alla Grivola, al Corno Bianco, alle vette più modeste
ma sempre impegnative e suggestive della Valgrande e della Valsesia.
D'estate, negli anni cinquanta, Padre Costantino tenne per molti anni la colonia montana "Frate Sole", a Rimella, in Valsesia,
Qui cercò di trasmettere a molti ragazzi, soprattutto di Torino, il suo amore per i monti, se non altro per le passeggiate in montagna.

L'ultimo capitolo del libro : "I ghiacciai, il senso dell'Eterno", è una bellissima raffigurazione delle sue idee e del paesaggio alpino, e dell'Autore Eterno di tutto questo.


COSTA, "Sorella Montagna", ed.Interlinea,Novara,1992 (collana Gli Aironi).

martedì 3 maggio 2011

A Brescello, sulle tracce di Peppone e Don Camillo

Ho scoperto il Mondo Piccolo da ragazzo, una sera, davanti alla TV, vedendo il film in cui Peppone sostiene l'esame di quinta elementare.
Ho subito comprato i libri di Guareschi, che ho letto con divertita commozione.
Giovanni Guareschi, un uomo che ha sempre pagato di persona per le proprie idee e convinzioni, uno scrittore letto in tutto il mondo.
Fernandel  e Gino Cervi, i perfetti interpreti del prete e del sindaco comunista.

Chiesa Parrocchiale di Brescello (RE) dedicata a  S. Maria Nascente


Alcuni anni fa mi sono poi recato a Brescello, il paese dove sono stati girati i film.
Nella Chiesa, in una  cappella laterale, la celeberrima statua del Cristo.
In piazza, l'Ercole del Sansovino ed ai lati le statue di Don Camillo e Peppone.


Peppone

Don Camillo

Stazione di Brescello

La stazione ferroviaria, teatro degli arrivi e delle partenze (o non partenze) dei due protagonisti.



Nell'ex convento di San Benedetto il Museo, con i cimeli dei film e, all'ingresso, il carro armato.

Tornando a casa, una sosta interessante a Colorno, per ammirare la stupenda Reggia.

Reggia di Colorno (PR)

Bibliografia: Ivanna Rossi, Nei dintorni di Don Camillo, Bur Rizzoli, Milano 1994

mercoledì 20 aprile 2011

Buona Pasqua con un libro di Alessandra Placucci




Da millenni le favole sono uno strumento per divertire e, al tempo stesso, insegnare, educare. Apparentemente rivolte ai bambini, contengono verità profonde che valgono proprio per tutti.

Alessandra Placucci, bravissima pittrice e illustratrice affermatasi in esposizioni di spessore internazionale, nel suo Colori e filastrocche accompagna con maestria fantastici disegni, sospesi tra immaginazione e realtà, a filastrocche che insegnano ai bambini e ai grandi l'importanza dell'immaginazione, dei colori, della natura, dei fiori, del leggere e dell'apprendere.
Il dialogo intitolato Dal cielo in su, secondo me il capitolo più bello, è un invito ad andare avanti anche nei momenti più difficili, ad avere coraggio, fino a raggiungere con la fantasia i luoghi più incantati.


Alessandra Placucci, Colori e filastrocche, ediz. Farnedi, Calabrina di Cesena, 2008

Il blog di Alessandra Dal cielo in su

sabato 9 aprile 2011

La collina del Castellazzo

Nel '64 giunse il momento di traslocare nella casa nuova di Cureggio. Partimmo con le masserizie caricate sul carro trainato dalle due mucche; dietro mio padre con il cane al guinzaglio. "Se porti via anche il cane, non torni più", gli disse l'Angiolino, ed era vero.


Da allora tutte le mattine vedo, dalle finestre di casa mia il Castellazzo, una collina morenica come tante altre, ma ricca di storia.
Ci sono le rovine del Castrum, distrutto secondo l'Azario da Galeazzo I Visconti.


La chiesa nella giungla #2
acquerello e matite su carta cm 12x18
di Giada Ottone

C'è la chiesetta di Santa Maria, anch'essa in rovina, che risale probabilmente al XII secolo (l'affresco raffigurante la Beata Panexia è scomparso improvvisamente nel 1982, non per un portento ma per probabile mano umana).

Vi sono animali di ogni genere: uccelli, caprioli, serpi e milorde, forse anche volpi e cinghiali.
Piante selvatiche (come i grattaculi, cioè rose canine) e inselvatichite (le Paulonie), colchici, primule, anemoni, ranuncoli, pervinche, garofanini, violette e sigilli di Salomone.


Spettacolari le fioriture delle robinie e dei ciliegi selvatici, che ingentiliscono la primavera, mentre d'inverno
la neve dipinge di bianco tutta la collina.


Chiesa di S. Maria del Castellazzo

Le vigne attorno alla chiesa di S. Maria


Pozzo-cisterna medievale

      
      Bibliografia
  • A.A.V.V. Cureggio, un importante esempio di continuità storica nel Novarese dalle origini al XVI secolo.   Novara, Interlinea, 1998
  • A.A.V.V. Storia religiosa di Cureggio nei secoli ed aspetti di religiosità cureggese nel secondo Novecento. Ediz. Stampa Diocesana Novarese, 2007
  • Giada Ottone, Medioevo a Cureggio: il Battistero ed altre vestigia. Tesi di laurea, Università del Piemonte Orientale, Vercelli. Anno Accademico 2005/2006

(fotografie e disegni di Giada)