Nel '64 giunse il momento di traslocare nella casa nuova di Cureggio. Partimmo con le masserizie caricate sul carro trainato dalle due mucche; dietro mio padre con il cane al guinzaglio. "Se porti via anche il cane, non torni più", gli disse l'Angiolino, ed era vero.
Da allora tutte le mattine vedo, dalle finestre di casa mia il Castellazzo, una collina morenica come tante altre, ma ricca di storia.
Ci sono le rovine del Castrum, distrutto secondo l'Azario da Galeazzo I Visconti.
La chiesa nella giungla #2
acquerello e matite su carta cm 12x18
di Giada Ottone
C'è la chiesetta di Santa Maria, anch'essa in rovina, che risale probabilmente al XII secolo (l'affresco raffigurante la Beata Panexia è scomparso improvvisamente nel 1982, non per un portento ma per probabile mano umana).
Vi sono animali di ogni genere: uccelli, caprioli, serpi e milorde, forse anche volpi e cinghiali.
Piante selvatiche (come i grattaculi, cioè rose canine) e inselvatichite (le Paulonie), colchici, primule, anemoni, ranuncoli, pervinche, garofanini, violette e sigilli di Salomone.
Spettacolari le fioriture delle robinie e dei ciliegi selvatici, che ingentiliscono la primavera, mentre d'inverno
la neve dipinge di bianco tutta la collina.
Chiesa di S. Maria del Castellazzo
Le vigne attorno alla chiesa di S. Maria
Pozzo-cisterna medievale
Bibliografia
A.A.V.V. Cureggio, un importante esempio di continuità storica nel Novarese dalle origini al XVI secolo. Novara, Interlinea, 1998
A.A.V.V. Storia religiosa di Cureggio nei secoli ed aspetti di religiosità cureggese nel secondo Novecento. Ediz. Stampa Diocesana Novarese, 2007
Giada Ottone, Medioevo a Cureggio: il Battistero ed altre vestigia. Tesi di laurea, Università del Piemonte Orientale, Vercelli. Anno Accademico 2005/2006
(fotografie e disegni di Giada)