lunedì 23 dicembre 2013

Quel Natale

Veniva in bicicletta dal paese vicino e, passato davanti a casa nostra, faceva un grande sforzo a  percorrere i duecento metri, soprattutto gli ultimi in lieve salita,che lo separavano dalla Chiesa.
Ancora corpulento, ma vecchio e malandato, era per lui una missione assolvere a quel compito  molto gravoso.

Io lo prendevo in giro, ma mio padre mi sgridava. Venendo nel nostro paesello a dir messa il giorno di Natale, con così tanta fatica, guadagnava il Paradiso per sé e un pochino anche per noi.


Con grande impegno celebrava la Messa, come se la ricordava.
La predica era brevissima : incitava ogni anno "voi bambini  perché possiate  costruire un mondo migliore".
Se, però, si fosse guardato attorno, si sarebbe accorto che l'unico bimbo presente ero io; la mia era la sola famiglia di "democristiani".
Gli altri erano i  figli dei "comunisti", e non entravano. I loro genitori, si sussurrava, erano "scomunicati".
Ma erano tutti gran brava gente, che ricordo oggi con piacere e con nostalgia.
La  situazione era  paradossale: io, che avrei preferito  restar fuori a correre sulla coltre di neve dei prati, costretto  invece a rimanere per tutta la messa.
Gli altri, curiosi di vedere cosa succedeva lì dentro, che restavano fuori.

 Ed  un cruccio mi grava sulla coscienza. Vecchio prete, ti abbiamo deluso: non abbiamo voluto costruire un mondo migliore! 

Buon Natale a tutte/i voi che passate di qui!!!


domenica 8 dicembre 2013

Giada vince "La Casa della Fantasia" (sez.illustrazione)


 Massimo Artico, Plin Plin, Borgomanero (NO), Fondazione Achille Marazza , 2013 - illustrazioni di Giada Ottone


Il 7 dicembre 2013 ha avuto luogo, nel Salone d'Onore della Biblioteca Pubblica e Casa di Cultura "Fondazione Achille Marazza" di Borgomanero, la premiazione dell'11a edizione del Concorso Nazionale per un libro dedicato all'infanzia "La Casa della Fantasia". Il tema di quest'anno era "Acqua!"(qui l'elenco completo dei vincitori)
Il premio riservato ai vincitori è la pubblicazione della propria opera: così è nato "Plin Plin", dal titolo della bellissima filastrocca vincente scritta da Massimo Artico, e illustrato da Giada.
Il libro, stampato a cura della Fondazione Marazza, verrà donato a tutti i bambini di Borgomanero nati nell'anno 2013, nell'ambito del progetto nazionale "Nati per leggere".


Fondazione Achille Marazza, Borgomanero (NO)

venerdì 8 novembre 2013

All' Università

Millenovecentosettanta.
Da poco erano finiti i Mondiali di calcio in Messico, quelli di Mazzola e Rivera.
Dovevo iscrivermi all'Università.
Mio padre era perplesso, ma Michè, il contadino molto vecchio e  quindi molto saggio, lo tranquillizzò : "Secondo me Costantino farà una fatica santa a trovare l'ingresso della Scuola, abituato com'è a praticare soltanto le rogge dei prati ed i sentieri del bosco lungo il Sizzone. Ma, una volta varcato il portone giusto, il più sarà stato fatto".
E così fu. Un vero incubo per quel ragazzino col vestito della festa trovare la retta via, poco più di cento metri, che separava Piazza Duomo da Via Festa del Perdono.
Il resto fu più agevole.

Mio padre tornò a fare il vivaista di barbatelle, ma  una volta mi volle accompagnare perchè desiderava  vedere il Duomo.

Quando mi laureai, glielo dissi solo  la sera dopo. Mi diede una pacca sulla spalla e mi regalò una bicicletta con il cambio e la moltiplica. Con un sospiro di rimpianto, per le ottantamila lire che gli era costata.

Quasi non ci accorgemmo che, in quei pochi anni, il mondo era cambiato.

 Io con il cappello della Facoltà di Giurisprudenza

giovedì 3 ottobre 2013

Altri tempi

Giravano lenti e instancabili per cascine e casolari. Sembravano vecchi ed avevano tutti la barba lunga. Chiedevano con gli occhi ospitalità ed un pezzo di pane.



Uno di loro passava tutti gli anni da casa nostra. Lo chiamavamo il circandon, ma,  per il vero, non chiedeva mai nulla.
Non arrivava a mani vuote. Spigolava nei campi di granoturco qualche pannocchia non raccolta, o, nella vigna, un grappolino d'uva  dimenticato dalla vendemmia.
Portava quello, perché solo quello aveva.


Lui metteva le cicche, che era bravo a raccogliere con tanta pazienza. Mio nonno Pietro forniva le "cartine", ed insieme avvolgevano le preziose sigarette dei poveri, che poi dividevano come fratelli.
La sera cenava con noi, perché era come uno di casa.
Poi contava con rabbia la sua storia, sempre quella, di un figlio che non lo sopportava e lo aveva cacciato via.
Andava a dormire sul fienile. Al mattino riponeva nella bisaccia la sua solitudine e, con lei, ripartiva.

Mia nonna, quella volta, gli aveva preparato una forma di pan malgon, il pane di granoturco.
Poi pensò che, con quei denti rovinati, non avrebbe potuto masticare bene, e mi mandò di corsa a raggiungerlo con un po' di michette morbide di pane di frumento.
Lo incontrai che aveva già passato la Chiesa della Madonna della Neve e, attraversato il Sizzone, stava per arrivare ai Balchi.
Nel momento preciso in cui regalava , con fierezza ed un sorriso, ad un altro come lui, quelle sigarette fatte con le cartine che, in realtà, non avevo mai visto che fumava.

Imparai in un istante, meglio che a scuola, che la solidarietà esiste.
Soprattutto fra i poveri. 

Al centro mio nonno Pietro,
vivaista di barbatelle

sabato 31 agosto 2013

Del Barocco e degli ulivi : Lecce, Brindisi


1979, un anno composto di giorni magici ed infiniti.
La mia prima visita in Puglia: Tremiti, Foggia, San Severo, lago di Lesina, Barletta, Bari.
Trentaquattro anni dopo, nel 2013, atterro all'aeroporto di Brindisi. 


 
Non avevo mai riflettuto sugli alberi di ulivo come grandi sculture, tronchi segnati dal tempo e modellati anno per anno, con pazienza e genialità, dalla Natura.



Molti turisti, per le vie di Lecce, si fanno largo tra importanti chiese barocche: Duomo, Santa Croce, Sant'Irene, San Giovanni Battista, SS. Niccolao e Cataldo.



Brindisi vive in grande armonia l'apparente contraddizione tra Era antica (Colonne Romane) Era di mezzo (San Benedetto), e moderna (monumento al Marinaio d'Italia).
Incombe l'azzurro eterno e speciale delle onde del mare.


Infine, a Trepuzzi di Lecce ho il compito di ritirare il premio vinto da Giada al concorso di pittura "Note al chiaro di Luna". Giada ed io ringraziamo tutti coloro che hanno votato per la sua opera "Bella Bionda".

sabato 17 agosto 2013

Il rovo del mio frutteto




"Quando c'erano i suoi vecchi, quel rovo non lo avrebbero lasciato crescere!", sentivo dire dalla gente che passava per strada accanto al mio terreno. 
Fu per questo che decisi di estirpare quell'arbusto vigoroso dal terreno che avevo sempre, per la verità, trascurato. 
Ma sentii una voce che, come nelle fiabe, sembrava provenire dal nulla, dirmi : "Non tagliare i miei rami, lascia che crescano rigogliosi, spuntino i loro fiorellini, e poi, in abbondanza le more che matureranno per te. Lo so che, da bambino, ne eri goloso, me lo dicevano sempre i miei nonni rovi. Avvinghierò inoltre i tralci dell'uva Sant'Anna nera, la proteggerò dal freddo, e vedrai che, dopo tanti anni, potrai gustare i suoi dolcissimi acini. Quelli che, quando eri bambino, la tua nonna coglieva maturi apposta per te. Ad autunno inoltrato potrai poi tagliare i miei rami spinosi. Le mie radici sono forti, e, la primavera prossima rinascerò!". 


Così ho fatto, tralasciando di dare peso ai commenti di chi passava. Ora,le more iniziano a divenire mature, ed io, impaziente, comincio a gustare le prime che anneriscono. I vecchi tralci, dopo anni di acciacchi, hanno ripreso ad ammantarsi di grappoli che, sia pure in ritardo rispetto ai "vecchi tempi", stanno maturando sotto il sole limpido e cocente di agosto. Quando poi i primi freddi, le prime foglie ingiallite, daranno il segnale del declino dell'autunno, taglierò alla base i rami irti di spine del rovo. Perchè possano, la primavera seguente, come l'araba fenice, rinascere rigogliosi.

giovedì 1 agosto 2013

La storia di Pelouche

Quella mattina di Pasqua si accorsero che il gattino Pelouche mancava.
Lo compresero dal girovagare preoccupato del suo fratellino Ercole, che lo chiamava miagolando in continuazione.
Non lo trovarono per fortuna sulla Statale. Nessuna macchina lo aveva travolto. Ed era troppo piccolo per avventurarsi verso la collina, come facevano, a volte, i maschi  adulti.
Provarono un grande dolore, mentre, giorno per giorno, le speranze ammutolivano.

Più di una settimana dopo, appena tornati a casa a tarda sera, un vicino li avvertì:
"E' appena passata di qui una signora, un medico delle parti di Borgosesia, con il vostro gattino bianco e grigio.
Ha chiesto di chi fosse, le aveva attraversato la strada proprio mentre, in piena notte, lei passava in auto.
Lo ha raccolto ferito, lo ha curato nel bagno di casa sua, ed ora lo ha riportato guarito ed in buona salute.
Solo che il gatto, appena liberato, si è nascosto, veloce come un razzo, nella legnaia là in fondo!".



Appena Lei lo chiamò, Pelouche arrivò a tutta velocità, e le piombò in braccio, con la chiara intenzione di rimanerci molto a lungo.
Era questa la felicità.

Ora lui sogna di raggiungere un giorno, non subito, lassù una Persona che ha tanto amato...
Di sederle accanto su uno scranno che mai scambierebbe con il trono di un re.
Attorniati da Pelouche e dai tanti gatti che hanno avuto.

Perchè, laddove non fosse questo, il Paradiso cosa altro è?

 B/W Cat
disegno di Giada Ottone

venerdì 5 luglio 2013

Una richiesta da parte di Giada (e da parte mia)



Giada sta partecipando, su Facebook, a due concorsi d'arte on line. Il primo, indetto da "Art Post Blog", è in chiusura, e colgo l'occasione per ringraziare, anche a nome di Giada, tutti gli amici che l'hanno votata.

Un'altra sua opera sta invece ancora concorrendo nell'ambito della manifestazione "Note al Chiaro di Luna" - Festival di Musica ed Arte a Trepuzzi (LC).
Se non avete ancora votato per questo secondo concorso, e siete iscritti a Facebook, Giada ha bisogno del vostro voto (se ritenete che lo meriti).
Si vota con un semplice "mi piace" all'immagine.
La vostra condivisione su Facebook è graditissima.
Un carissimo saluto a tutte/i,
Costantino

(sotto, il link al concorso)

Note al Chiaro di Luna

venerdì 28 giugno 2013

Tornare in Sicilia...

Tornare in Sicilia, è stato fare un meraviglioso viaggio, insieme a  Francesca ed i suoi cari, sui bellissimi panorami costieri partendo da Catania, passando per Acicatena, Acicastello, Capomulini, Acireale, Santa Maria La Scala, Giardini Naxos, Isolabella, Taormina, per raggiungere Francavilla di Sicilia ed il magico fiume Alcantara.




Tornare in Sicilia è stato, accompagnato da Chicchina, partire da Giarre e dal suo maestoso Duomo, lambire la spiaggia di Riposto, raggiungere Milo, terrazzo tra mare e Vulcano, arrivare a Zafferana Etnea.


Tornare in Sicilia è stato ritirare il premio di pittura assegnato a Giada dall'Accademia Internazionale Il Convivio, a Verzella di Castiglione.


Tornare in Sicilia è stato attraversare tutto lo Stivale e comprendere le tante cose che uniscono, di Sicilia o di Piemonte che si sia.


Il post di Francesca su "Nonsolocreazioni", cliccare qui

Il post di Chicchina su "Acquadifuoco", cliccare qui

martedì 11 giugno 2013

Alla ricerca della miniera d'oro

Quando iniziava giugno, Padre Costantino ci veniva a prendere con la sua attempata Seicento.
Si andava a Rimella Valsesia, alla "Colonia Frate Sole",  che lui dirigeva.
Durante il viaggio,  quasi arrivati, era abitudine fermarsi alla Vecchia Miniera d'Oro, già allora abbandonata.
Non si poteva entrare. Noi però raccoglievamo, lì vicino, sassi straordinariamente colorati di giallo.
Erano privi di ogni valore, ma ci facevano cullare l'illusione gratuita  di essere diventati ricchi.



Dopo tantissimi anni, io e Antonio abbiamo ripercorso la strada di quella valle. A  ritrovare la stessa vegetazione spontanea, gli stessi massi sporgenti, i medesimi fiori selvatici, la stessa atmosfera tranquilla.
Perchè lì il tempo si è fermato.
Abbiamo riconosciuto, di là dal torrente impetuoso,la scalinata che conduceva alla miniera, e l'impraticabile varco d'ingresso.
Abbiamo proseguito fino alla "Madonna del Rumore", la cappelletta votiva che deve il nome al fragore delle acque di due torrenti dall'impronunciabile nome walser, che qui confluiscono.
O forse, al frastuono di una frana che lasciò miracolosamente intatto il minuscolo tempio.
Avremmo voluto giungere fino al centro del paese,  cercare i sentieri per il Reis, il Capezzone, il Monte Capio,l'Altenberg, il passo della Bocchetta. Ma si era fatto mezzogiorno passato.
Non si poteva, a quel punto, perdere l'appuntamento con la genuina ospitalità gastronomica della Valsesia.  


martedì 4 giugno 2013

Una precisazione ( ed una richiesta )

Cari amici bloggers,
alcuni giorni fa, mentre stavo commentando un vostro post, mì è giunta una avvertenza da Google
(speriamo autentica) in cui si segnalava di aver rilevato un "traffico anomalo" o qualcosa del genere,
e mi si richiedeva il numero di cellulare che ho dato, non essendo segreto, al quale poi è giunto
un messaggio con un codice di verifica, che ho dovuto digitare per poter proseguire.
Mi sono però accorto che alcuni miei commenti ( ricordo con certezza quelli inviati a GIORDAN e a MARSHALL, ma sicuramente anche altri), quando indirizzati a blog in cui è attiva la moderazione,
non sono stati pubblicati e vado a pensare siano finiti tra gli SPAM.
Erano solo commenti di apprezzamento, nulla di grave.

Sono però a chiederVi una cortesia. Se, nei miei commenti  che vi sono giunti avete rilevato qualcosa di anomalo, me lo potete segnalare?

Grazie,Costantino

lunedì 20 maggio 2013

La gita a Venezia

Era trascorsa una bellissima vacanza estiva.
Avevo scansato abilmente le "solite" gite ai Sacri Monti o ad Oropa, e soprattutto la colonia in montagna.

Però, dopo aver scorazzato libero per prati, rogge e campi di granoturco, una terribile vendetta mi aspettava.
Il primo giorno di scuola, la maestra dettò il tema da svolgere : "Un viaggio durante le vacanze".
Fortunati i miei compagni, che potevano narrare di essere andati a Novara a trovare la zia malata, o i picnic al Santuario di Boca e al Monte Mesma.
Io, ridotto alla disperazione, ricordai provvidenzialmente di aver letto un libriccino, già appartenuto a mio nonno Pietro, dedicato alle bellezze di Venezia.
Quello che avevo letto e la mia immaginazione mi permisero di  raccontare un improbabile viaggio nella Laguna,
descrivendo così bene la Ca' d'Oro, San Marco, il Ponte del Rialto da far passare il racconto per veritiero.
Del resto nessuno (neppure la maestra), era mai stato da quelle parti.
Mi meritai un insperato "10" , e l'invidia di tutta la classe, Signora Maestra compresa.



A Venezia ci andai per davvero solo nel 1976.
Una grande emozione, ma anche tempo perso, perchè la Ca' d'Oro somigliava come una goccia d'acqua a quella che avevo  "inventato" io.

sabato 11 maggio 2013

Mostra Personale di Giada

 Collegiata di San Bartolomeo, Borgomanero (NO)

Palazzo Tornielli, Borgomanero (NO)




Dall'11 al 17 maggio a Borgomanero, presso la sala espositiva di Palazzo Tornielli, saranno ospitate le opere di mia figlia Giada nella mostra personale "A matita - disegnando la Natura".
La mostra si svolge nell'ambito della VI° edizione della Rassegna Artistica "Arte a Palazzo" (il  libretto della Rassegna si può scaricare QUI).
  

Ingresso sala espositiva






"A Matita - disegnando la Natura"  
dall'11 al 17 maggio 2013
Sala Espositiva di Palazzo Tornielli - Corso Cavour 16 - Borgomanero (NO)


Orari di apertura: 
Lunedì - Mercoledì - Giovedì dalle 7.30 alle 19.00
Martedì - Venerdì - Sabato: dalle 7.30 alle 13.30
Ingresso libero
Patrocinio della Città di Borgomanero - Assessorato alla Cultura

mercoledì 8 maggio 2013

Dal blog di Giada



Dal blog di Giada:

"Sabato 4 maggio si è svolta la premiazione della IV° mostra-concorso "Grafo'", tenutasi presso la Fondazione "La Riseria" a Novara. Una Giuria popolare, composta dai visitatori della mostra e dai visitatori "on line" del sito della Fondazione, affiancava la Giuria ufficiale nell'assegnazione dei riconoscimenti.
Il mio disegno a matite colorate, "Sunshine", con cui ho partecipato per la sezione "grafica", ha ricevuto il secondo premio assoluto della Giuria popolare.
Un ringraziamento speciale agli organizzatori della mostra ed a chi, con il suo voto, ha manifestato il suo apprezzamento alla mia opera."

sabato 27 aprile 2013

Vacciago

Percorrevano mano nella mano la cordamolla, la strada impervia e sinuosa che congiunge Ameno a Vacciago. Proseguivano verso il piazzale del Santuario e guardavano  il panorama incantato   delle montagne dalle nevi perenni e del Lago d'Orta che  rifletteva la magia dei loro sguardi innamorati.
Confidavano nel futuro, e toccavano il cielo e la felicità con un dito.

Vacciago è solo una frazione del comune di Ameno, ma racchiude tanta arte come una autentica città.
La Collezione Calderara, nella casa dove visse il pittore Antonio Calderara, ospita le opere di centotrentatre artisti italiani, europei, extraeuropei.
 

 
Il Santuario della Madonna della Bocciola, neoclassico, è reso inconfondibile dai maestosi e scenografici affreschi dipinti da Agostino Comerio tra il 1822 ed il 1824, che rappresentano, in trentasei pitture, episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento.

 
Storie,  speranze, amori possibili e no, quante volte sono passati di qui e si sono attardati a specchiarsi nell'onda fatata di quel lago che incombe, là sotto,  imparziale testimone del bello che c'è nei sentimenti e nel Mondo.

domenica 21 aprile 2013

Grafo' - mostra concorso




Con questa opera mia figlia GIADA OTTONE partecipa
alla mostra-concorso "Grafo'", presso la Fondazione "La Riseria" a Novara, nella sezione "GRAFICA".
I visitatori della mostra hanno la possibilità di votare i loro artisti preferiti, sia presso la sede espositiva, sia con voto on line sul sito della Fondazione. [votazione conclusa].

sabato 16 marzo 2013

Cesena

Sognava, quel ragazzo, mentre stava nascosto per gioco nel campo dell'avena  o del granoturco, di vagabondare per l'Italia con una bisaccia colma di cartine geografiche, ed  un gatto al guinzaglio (perchè non si perdesse).
Più di cinquant'anni dopo  conservo un po' della  voglia di andare a cercare il bello, dove c'è e dove sembra, apparentemente, che non ci sia.

Sono stato una prima volta a Cesena, quasi trent'anni fa , alla Biblioteca Malatestiana ad ammirare gli antichi codici manoscritti dagli amanuensi.
Sono poi tornato, nel 2004, a visitare la mostra  "Storie Barocche", ricca di tanti capolavori di quel periodo artistico.

Rieccomi ora a salutare il monumento a Maurizio Bufalini, a fianco della Biblioteca


a ritrovare la cinquecentesca Fontana del Masini,



a rivedere l'imponente Rocca Malatestiana, fra le più maestose di tutta la Romagna

a rivolgere il mio sguardo alla Cattedrale di San Giovanni Battista


ed all'ottocentesco Teatro Alessandro Bonci.



Ed ho l' onore di  ritirare la targa assegnata  dalla giuria a Giada, per la sezione "grafica", durante la premiazione del 38mo concorso di Pittura  "Margherita d'Argento"

Giada qui ha esposto due opere :


Pensierosa 
matite colorate su carta



Acquamarina
matite colorate su carta


Bibliografia :
Giordano Conti, "La Biblioteca Malatestiana",  pagg. 190, Fabbri Editori, 1990.

Marina Cellini ( a cura di ), "Storie Barocche. Da Guercino a Serra e Savolini  nella Romagna del Seicento".
Catalogo della Mostra, pagg. 374, Abacus edizioni, 2004. 


sabato 9 marzo 2013

Novara

Mi capita spesso di tornare a Novara, capoluogo della mia provincia.
Ritrovo il Broletto,



la cupola di San Gaudenzio,



il monumento alla Mondariso,



e, qualche volta, la nebbia fitta che imperversava allora.
Qui, per quattordici anni, ho varcato ogni mattina l'ingresso del mio posto di lavoro,puntuale alle 8,15, se il treno era puntuale.
Di quella scrivania, quei colleghi, quelle " carte " , conservo un  bellissimo ricordo e persino una foto ingiallita.


Alla sera tornavo a casa, soddisfatto ma consapevole che un altro petalo si era staccato dalla mia gioventù.

martedì 5 febbraio 2013

Il "cèr dal Vali"



Verso sera, mia nonna, ritirati nel pollaio i tacchini e le galline, preparava il caffelatte, che era la sua cena.
Quando faceva notte, se la stagione era bella, si appostava, quasi di soppiatto,  in un angolo del cortile.
Disse solo a me il motivo, perchè aveva paura che la prendessero in giro.
Ad una certa ora, tutte le sere, in fondo all' orizzonte , dove finivano i prati e le rogge della regione Valle, si scorgeva distintamente un lume, un modesto fascio di luce, che si muoveva frenetico avanti ed indietro.
Era il cèr dal Vali.

In quella luce, rimasta  senza spiegazione, vedeva forse un segno dei suoi cari che non c'erano più e riponeva, credo, la speranza che potesse illuminarsi la crescita del piccolo Costantino.
Mi raccontò anche una leggenda, una diceria, che ascoltai con scetticismo.
Tanto che ora, più di cinquant'anni dopo, me la sono proprio dimenticata.

Quando si fece trasloco, del cèr dal Vali non se ne parlò più.

Il 14 aprile del 1978 mia nonna compì novantadue anni. Tornai a casa molto tardi da Novara, stanco per una giornata di intenso lavoro.
Ma lei era ancora sveglia, perchè per nessuna cosa al mondo avrebbe rinunciato alla mia parola di auguri. Aveva da poco ripreso a camminare, sette mesi dopo una brutta frattura, ed io mi ero dimenticato di comperarle un piccolo regalo.
Decisi allora di farla salire in macchina, e di dirigerci verso Marzalesco.
Qui, pur seminascosto dalle robinie che avevano invaso i terreni coltivati, il cèr dal Vali  lei lo vide ancora, molto nitido.

Perchè era la fiammella della sua speranza.

venerdì 4 gennaio 2013

Giornata di pioggia ad Annecy

Arrivare ad Annecy, lo scorso settembre, è stata la sfida ad una giornata di pioggia, inguaribilmente bigia, con un ideale rimando ad altri viaggi più gioiosi, meno solitari,ma forse voluti con minore determinazione.

Ed è bella anche quando piove, Annecy, simbolo della accogliente terra dell'Alta Savoia.

Non sarà proprio la "Venezia di Francia", ma il suo Palais de l'Isle, l'antica prigione del XII secolo, conferisce, con la sua originale forma, una impronta inconfondibile da comporre nel mosaico delle immagini raccolte in tanti viaggi.



Così come la Cattedrale di Saint  Pierre, la Chiesa di Saint  Maurice, il Castello dei Conti di Ginevra, la Basilica della Visitazione.


Navigando sotto la pioggia battente sul lago di Annecy, come impedire che riaffiorino alla memoria  i versi di "Le Lac" di  Alphonse de Lamartine, scritti sulle non lontane rive del Lago di Bourget ?

..."Ne pourrons-nous jamais sur l'océan des ages
     jeter l'ancre un seul jour?" ....