mercoledì 21 settembre 2011

La scuola del mio paese ed il pruno selvatico

Nel mio paesello la scuola era grande, circondata da un amplissimo cortile.
Gli alunni erano pochi, con una sola maestra, che insegnava a tutte le classi assieme.
Era inevitabile che le lezioni fossero, ogni anno, eguali, sia in prima classe, sia in seconda, sia in terza.

Dalla finestra scorgevo, proprio all'estremo lembo del cortile, un arbusto di pruno selvatico.


Ne vedevo formarsi le gemme, dischiudersi i fiori, apparire le foglie e poi i frutti, molto piccoli, poco più di un chicco di uva regina.
Aumentavano gradualmente di dimensione, assumevano colore, sempre più scuro con il declinare della primavera verso l'estate.
Ai primi di giugno, però, le lezioni ultimavano; il cancello della scuola veniva sprangato ed io, a bocca asciutta, cominciavo le vacanze.
Quei frutti maturavano col caldo della piena estate, a scuola chiusa, e non ho mai potuto gustarli.

Frutti aspri di un alberello spinoso.

Mi allontanavo mesto, con una insaziata acquolina in bocca.
"E' molto studioso, preferisce la scuola alla vacanza" diceva la gente vedendomi triste, ed è un'etichetta che, a sessant'anni, mi porto ancora appresso, immeritata.
Anch'io, invece, gradivo correre per prati e campi, popolare le rogge di barchette di carta, inseguire libellule e maggiolini, cogliere pesche e cetrioli.

Ero triste soltanto perchè, neppure quell'anno, ero riuscito nel mio intento.
Tutto questo per pochi, piccoli, aspri frutti di un pruno selvatico.

Oggi l'edificio della scuola è diventato un circolo ricreativo, ed al posto del pruno c'è un gioco delle bocce.

martedì 6 settembre 2011

Curtatone: le Grazie, il Coccodrillo, i Madonnari, il Mincio

Curtatone, un nome che rimane impresso per via della battaglia combattuta il 29 maggio 1848.
Molto noto il suo Santuario, nella frazione Grazie, consacrato nel 1406 e meta di visitatori da ogni dove. Esternamente si nota ancora l'originario stile gotico lombardo, pur in presenza di rimaneggiamenti.
L'interno è ricco di statue, ex voto, dipinti pregevoli (a mano di Giulio Romano, Lorenzo Costa, del Bonsignori).
Era da tempo che volevo andarci incuriosito da tre cose: i Madonnari all'opera il 15 agosto di ogni anno, il Coccodrillo, il Mincio.
L'occasione è venuta quest'anno a Ferragosto, aggregandomi ad una comitiva in partenza da Borgomanero.
Dopo aver fermato lo sguardo sul bellissimo porticato e sulla facciata, sono entrato in un Santuario affollatissimo, a cercare subito, tra tante opere d'arte, il Coccodrillo imbalsamato appeso al centro della navata.


All'uscita, come non apprezzare le opere dei Madonnari, intenti a dipingere sull'asfalto, con gessetti colorati, effimere immagini sacre? Opere non facili da realizzare, tra una marea di gente e con un caldo soffocante.



Uno spettacolo unico nella sua semplicità.



Dopo un lauto pranzo a base di specialità locali, tutti in battello a navigare sul Mincio, attorno a Mantova.
Abbiamo osservato lo spettacolo selvaggio dei canneti, la impressionante distesa dei fiori di loto, fieri ed intensi come sguardi innamorati.
A riva, la città di Mantova, col Palazzo Ducale ed il Castello di San Giorgio.