giovedì 30 ottobre 2014

Gnisin





Mia nonna, raggiante, mi diede la grande notizia. Avrei accompagnato, durante le vacanze di Pasqua, gli zii a casa dei parenti di Nizza.
Sul sedile posteriore dell'auto guidata da un amico che si chiamava "Custantin" come me, traversai veloce il Piemonte fino ai tornanti del Colle di Tenda.
In vetta, alla frontiera, una brutta nuova : sul mio permesso mancava un timbro.
Senza perderci d'animo, tornammo tutti a Limone Piemonte dove il documento venne  subito regolarizzato e uno degli addetti, vedendomi impaurito, mi regalò una buonissima "veneziana" che divorai subito.

Percorremmo, nel pieno della notte, il tragitto difficile del versante francese, fino alla Costa Azzurra. Scoprii il mare: nelle sue onde si riflettevano le luci diffuse della città di Mentone.
Quasi giunti alla meta, mi addormentai.

Al risveglio, ero  attorniato da due persone che mi sembravano anziane. Non parlavano francese , ma un italiano frammisto a qualche parola del nostro dialetto.
C'erano pronti dei dolci, ma lui, Gnisin, mi faceva fretta : "Costantino, rimarrai pochi giorni con noi, ed io ho l'incarico di farti ammirare tanti posti di questa terra che non è la mia, ma è così bella!".
Andammo prima di tutto nella  villa vicina, di cui lui, pensionato, curava il giardino. Vidi fiori mai immaginati e colori che scalfivano il sogno. Un altro mondo, un'altra natura per me che conoscevo i gigli d'acqua delle rogge dei prati.
Fu poi la volta del centro di Nizza, Cannes, Antibes, per arrivare, l'ultimo giorno, a Monaco.

Sgranavo gli occhi nelle sale del Museo Oceanografico, dove mi facevo largo a forza tra i tanti visitatori.
 Di colpo il Museo si svuotò: si era sparsa la voce che stava per passare, là fuori, la bellissima moglie del Principe. "Io voglio rimanere", mi impuntai, " è una donna come tutte le altre !"
Per fortuna solo Gnisin mi ascoltò, e potemmo continuare, senza più ingombro, la scoperta delle meraviglie marine.

Ed infine : "Ciao Costantino, torna presto, mi sono divertito tanto anch'io ad accompagnarti".

Sono passati gli anni, ho vagato per l'Italia paese per paese, alla ricerca delle più belle Madonne dipinte e dei colori più azzurri. Molte volte, imitando il Poeta latino, ho cambiato cielo, forse non animo. A Nizza, però, non sono più tornato.
E non ho nemmeno il coraggio di farlo adesso, non voglio che Gnisin interrompa la pace dei Buoni e scenda laggiù ad accompagnarmi per le sale dell'Acquario, che l'altra volta erano rimaste indietro.

O... forse ho sbagliato tutto, e lui attende paziente, seduto su un paracarro ( ma come fa ad esserci un paracarro nel centro caotico di quella città ?) per riprendere un discorso sospeso nel vuoto degli anni.
Adesso che ho io la sua età di allora ed è il mio turno di sembrare vecchio...

giovedì 2 ottobre 2014

Zuccarello, in Liguria. Una storia d'amore importante.


Si è spopolato nei decenni il paese di Zuccarello, ma conserva l'essenza di borgo medievale tra i più belli. Dominato, da lassù, dai resti imponenti del Castello, già documentato nel milleduecento.
Qui nacque, e crebbe, una leggiadra ragazza, che a questo paese ha dato celebrità.



Non mi sono documentato sul suo modo di vivere, su quanto tempo dimorò qui, ma la immagino sortire dalla dimora avita, percorrere porticati e carrugi, entrare a volte nella Chiesa di San Bartolomeo.



Traversare il torrente Neva, sovrastato ancor oggi dall'ardito ponte medievale.
 Incrociò mai, quella ragazza, gli sguardi intensi e segretamente innamorati dei giovanotti del volgo?
Lei che era destinata, però, in sposa,  non ad uno di loro, ma ad un marito di alto lignaggio.
Perché era la figlia del Marchese!


Volano gli anni, impercettibili e veloci. Più di quaranta ne sono passati, da quando sono entrato nel Duomo di Lucca, ed ho ammirato il monumento funebre della sposa di Paolo Guinigi, Signore della città, morta nel dare alla luce la figlia secondogenita.
Sono rimasto senza parole, quel giorno, di fronte alla bellezza, alla grandezza artistica di questa stupenda opera di Jacopo della Quercia. E mi sono commosso per quel cagnolino scolpito, simbolo di fedeltà eterna.


Solo pochi giorni fa ho visitato Zuccarello, dove Lei nacque e percorse la sua prima tappa di vita.


Lei che era Ilaria del Carretto (1379 - 1405), destinata ad imperitura memoria.