venerdì 18 settembre 2015

Da Quarona a Ghemme, il percorso di Panacea.



Era, Panacea, una ragazza di Quarona dedita alla preghiera, alla conduzione del gregge, ed alle buone azioni. Quando la sua mamma morì, suo padre ebbe un'altra sposa. Ma la matrigna odiava Panacea. Le imponeva i lavori più umili, le fatiche più improbe, e la maltrattava.
Un giorno la sorprese in preghiera nella vetusta chiesa di San Giovanni al Monte e, in un impeto di follia, la uccise con un fuso. Poi si tolse lei stessa la vita, precipitando in un baratro.
Le campane rintoccarono da sole a distesa e, quando la gente accorse, avvennero fatti miracolosi.



Le spoglie di Panacea furono composte su di un carro trainato da due giovenche. Dopo un lungo tragitto il veicolo si fermò a Ghemme, dove era sepolta la sua mamma.


Nel 1867, Panacea de' Muzzi  (1368 - 1383) venne proclamata Beata.
Da secoli si svolge a Ghemme , ai primi di maggio, la Festa in suo onore. E grande è, sempre, la partecipazione di folla.


Mi aggregai anch'io, quell'anno, con la mia "biciclettina", a mio nonno ed ai miei zii. Ci unimmo a molti altri uomini del paese che si recavano in bici alla festa della "Beata". Avevo compiuto da poco otto anni, ma nessuno dubitava che ce l'avrei fatta. Non per nulla ero il nipote di un campione di ciclismo di prima della guerra!


Nella grande Chiesa la funzione  durò ore ed il lunghissimo  "Panegirico" fu ascoltato con grande attenzione. Anche se era sostanzialmente uguale a quello degli altri anni. Tutti amavano riascoltare la storia della Beata Panacea.
Lo zio Edilio, fratello di mia nonna Seta, si mosse a pietà e mi condusse fuori, in giro per il paese. Feci, così, la scoperta dei "baracconi", dello zucchero filato, dei negozi ambulanti di giocattoli, delle giostre e del tiro a segno. Sgranai gli occhi, di fronte all'imponente Castello.
Quando la cerimonia finì, varcammo un portone e ci sedemmo ad una lunga tavola imbandita, dove divorammo risotto, bollito e gorgonzola. Gustai anch'io il vino delle colline di Ghemme, straordinariamente buono.
Venne l'ora di ripartire : bisognava tornare in tempo per "governare la stalla" ed accudire le mucche. Giunti alla discesa del Piano Rosa, chi si sentiva malfermo sui pedali, per aver bevuto qualche bicchiere di troppo, scese di bicicletta ed affrontò a piedi le curve  sinuose dell'ultimo tragitto.

Correva, veloce, l'anno millenovecentocinquantanove.