giovedì 4 giugno 2020

Il "Domodossola"

Un tempo  questa espressione veniva riferita alla linea ferroviaria  che, partendo dal capoluogo ossolano, passa tuttora dalle mie parti e prosegue poi  verso città più lontane.
In realtà, ne dovrei parlare al plurale, almeno per quanto mi riguarda.




Nei primi anni settanta ho praticato il treno diretto a Milano, Centrale o Porta Garibaldi a seconda degli orari. Alla stazione di Arona mi portava mio papà con la sua auto, quando frequentavo la facoltà di legge alla Statale di Milano.
Successivamente, per poco meno di quindici anni, il mio viaggio sulla strada ferrata, principiava alla stazione di Borgomanero e si concludeva a Novara, dove lavoravo. Una sera dimenticai sul treno il borsello, che conteneva l'abbonamento ferroviario e qualcosa d'altro.
La mattina seguente , col primo treno dell'alba, raggiunsi finalmente Domo, per riprendere ciò che era mio all'Ufficio Oggetti Smarriti (allora c'era) e per bermi  un caffè,  che, per la fretta, mi rovesciai maldestramente addosso: fu questo il mio primo impatto con la città.



Anni dopo volli dedicare qualche ora ad una visita : Piazza Mercato, Palazzo Silva, Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, chiesa di San Quirico.
Non rinunciai neppure in quell'occasione al caffè, badando bene, stavolta, di berlo per davvero.