Era, Panacea, una ragazza di Quarona dedita alla preghiera, alla conduzione del gregge, ed alle buone azioni. Quando la sua mamma morì, suo padre ebbe un'altra sposa. Ma la matrigna odiava Panacea. Le imponeva i lavori più umili, le fatiche più improbe, e la maltrattava.
Un giorno la sorprese in preghiera nella vetusta chiesa di San Giovanni al Monte e, in un impeto di follia, la uccise con un fuso. Poi si tolse lei stessa la vita, precipitando in un baratro.
Le campane rintoccarono da sole a distesa e, quando la gente accorse, avvennero fatti miracolosi.
Le spoglie di Panacea furono composte su di un carro trainato da due giovenche. Dopo un lungo tragitto il veicolo si fermò a Ghemme, dove era sepolta la sua mamma.
Nel 1867, Panacea de' Muzzi (1368 - 1383) venne proclamata Beata.
Da secoli si svolge a Ghemme , ai primi di maggio, la Festa in suo onore. E grande è, sempre, la partecipazione di folla.
Mi aggregai anch'io, quell'anno, con la mia "biciclettina", a mio nonno ed ai miei zii. Ci unimmo a molti altri uomini del paese che si recavano in bici alla festa della "Beata". Avevo compiuto da poco otto anni, ma nessuno dubitava che ce l'avrei fatta. Non per nulla ero il nipote di un campione di ciclismo di prima della guerra!
Nella grande Chiesa la funzione durò ore ed il lunghissimo "Panegirico" fu ascoltato con grande attenzione. Anche se era sostanzialmente uguale a quello degli altri anni. Tutti amavano riascoltare la storia della Beata Panacea.
Lo zio Edilio, fratello di mia nonna Seta, si mosse a pietà e mi condusse fuori, in giro per il paese. Feci, così, la scoperta dei "baracconi", dello zucchero filato, dei negozi ambulanti di giocattoli, delle giostre e del tiro a segno. Sgranai gli occhi, di fronte all'imponente Castello.
Quando la cerimonia finì, varcammo un portone e ci sedemmo ad una lunga tavola imbandita, dove divorammo risotto, bollito e gorgonzola. Gustai anch'io il vino delle colline di Ghemme, straordinariamente buono.
Venne l'ora di ripartire : bisognava tornare in tempo per "governare la stalla" ed accudire le mucche. Giunti alla discesa del Piano Rosa, chi si sentiva malfermo sui pedali, per aver bevuto qualche bicchiere di troppo, scese di bicicletta ed affrontò a piedi le curve sinuose dell'ultimo tragitto.
Correva, veloce, l'anno millenovecentocinquantanove.
44 commenti:
Un ricordo dolcissimo. E' strana la nostra mente, tiene in sé perennemente la memoria di piccoli momenti, di attimi, vissuti tuttavia con molta intensità, soprattutto perché si tratta di un bambino che dopo la fatica dell'ascolto nella chiesa si ritrova in un mondo magico e la sua felicità di allora traspare dalle parole di adesso.
Un altro pezzo di storia popolare! Ciao, Arianna
Un precioso recordatorio. Un abrazo.
Ciao Costantino, non avevo mai sentito di questa beata…come sempre i tuoi racconti, oltre che affascinanti e piacevolissimi, sono istruttivi e stimolano ad approfondire le conoscenze.. buon fine settimana!
Carmen
Che belli i tuoi ricordi!quando scrivi e'come se tutto scorresse li'innanzi ai nostri occhi.
Queste storie di culto, sono sempre piene di emotività, e in questo caso tu aggiungi i tuoi propri ricordi, anche pieni di calore. Grazie per la condivisione. Abbraccio Costantino.
Hanno sempre un certo fascino queste leggende che tramandano storie incredibili che probabilmente si arricchiscono di particolari col trascorrere del tempo.
Felice fine settimana
enrico
Ciao Costantino,
i tuoi preziosi ricordi sono cosi coinvolgenti, che ti danno la sensazione di essere presente in quei luoghi
buon fine settimana.
La Beata Panacea...quante volte la mia nonna mi ha raccontato questa storia, e quanta emozione mi suscitava sempre. In anni più recenti, quando mio fratello abitava a Ghemme ho partecipato alla festa in suo onore...ricordo che quando lui ha preso casa lì insieme alla casa gli hanno consegnato i drappi rossi da esporre alle finestre durante i giorni della rievocazione. Bellissimo il tuo ricordo, sono ricordi che creano emozioni. E poi...il vino Ghemme fa il resto!
Buon fine settimana e grazie per aver riportato alla mia memoria questa antica storia.
Antonella
Las madrastras que mala fama tienen. Por algo será que incluso en los cuentos infantiles aparecen retratadas de eso modo. Veo que son recuerdos infantiles que se han quedado muy dentro pero a mi me da mucha pena el maltrato que tuvo que sufrir para alcanzar la santidad. Supongo que a la madrastra sería encarcelada por su crimen.
Saludos cordiales. Franziska
Desconheço a Beata e lamento,
Mas gostei de o encontrar!
Maria luísa
Intanto ti metto nella lista, in attesa comunque di conferma da parte tua.
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ೋღ♥ Carissim@ finalmente ho un po’ di tempo per passare a salutarti.Buon inizio di settimana! Un abbraccio forte per te! ೋღ♥
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ೋღ♥Querid@ amig@ finalmentetengo un poco de tiempo para venir a saludarte¡Feliz inicio de semana! ¡Un gran abrazopara ti! ೋღ♥
Però che bel racconto e che bel ricordo... è così coinvolgente che mi è sembrato di esserci...forse sono fra i pochi...ma non conoscevo la storia della Beata Panacea. Mi ha fatto piacere leggerla...Un saluto a te Stefania
Bellissimo il tuo ricordo nel tempo non svaniscono mai,è vero i tuoi racconti
coinvolgono e sembra di viverli...un caro saluto nonna di Sara gianna
Una storia di altri tempi, ma non per questo meno avvincente e interessante. Grazie.
Praticamente finì a tarallucci e vino.
Un salutone,
aldo.
che bel post!LoStraordinarioMondoDiUnaStudentessaSottoEsameDiLuisaNapolitano
Costantino .
Questa storia non la conoscevo . Ma è stata davvero una bella emozione leggerla .
Buona giornata... e al prossimo racconto .
Lina
Una triste historia y emotiva. Abrazosss.
Ecco, in un solo post hai concentrato la bellezza delle leggende e delle tradizioni che nella partecipazione diventano vita e poi ricordi, è splendido.
Buon fine settimana a te Costantino e anche a Giada !
Linda história! Parabéns pela postagem! Desejo um abençoada Primavera! Feliz domingo!!!
I tuoi ricordi sono un vero piacere da leggere.
Buon inizio di settimana.
Una storia commovente...bravo sempre Costantino.
Un abbraccio e bacio!
Costantino che bello leggere i tuoi ricordi! Però, che mamma crudele!
Il sermone così lungo e che si ripeteva ogni anno, era un " panegirico" , per case quel termine deriva da Panacea??
Ti mando un amichevole abbraccio e ti ringrazio delle visite nel mio modesto salotto Bruna. ciaoooo
Grazie a tutte/i voi, buona settimana!
Il termine panegirico deriva dal greco antico ed è un elogio molo lungo e talvolta persino prolisso di un personaggio. ( grazie Bruna!)
Storia triste, arguto lo zio a portarti fuori dalla chiesa e così ti sei divertito un po'.
Bel post, mi è piaciuto molto.
Non conoscevo Santa Panacea.
Letta tutta d'un fiato.
Anche perché...ci prendi per mano e ci accompagni delicatamente nei tuoi ricordi, regalandoci e facendoci scoprire luoghi e storie, le quali son poesie per i nostri cuori.
Grazie per la condivisione.
Una splendida storia di culto, colma di preziosi ricordi. Molto belle le immagini.
Buon weekend!
Mais belas imagens;
Adorei conhecer a história...
janicce.
E' bellissimo il tuo ricordo, e la storia di Panacea è commovente. E il tuo modo di raccontare mi commuove molto...
E'sempre molto istruttivo passare da te, mi piace molto come scrivi e leggo con interesse i tuoi racconti pieni di emozioni e ricordi.
Un saluto da Gabry
Ottimo post mescolando sacro e profano. All'inizio credevo fosse una nuova storia di Biancaneve o di Cenerentola, ma poi sono stato coinvolto nel proseguire la lettura di questa storia commovente con miracolo finale. Un caro saluto.
PS - Com'é il vino da quelle parti ?
Triste y a la vez muy bella la historia de Panacea que, con todo detalle, nos cuentas, he tenido que poner el traductor para entenderla mejor.
Acabo de regresar de mis largas vacaciones y mi intención era la de venir a visitarte para agradecer tus cariñosos comentarios que has dejado en mi blog durante mi ausencia.
Estaba deseando volver a estar entre todos vosotros.
Cariños y buena semana.
Kasioles
gran bel racconto bellissimo ricordo, magari anche oggi chi beve un bicchiere in più scendere per andare a piedi
Grazie a tutte/i per le visite ed i commenti.
(P.S. per Elio, è zona di grandi vini!)
Ma che bel racconto..sai che io non conoscevo proprio nulla di questa Beata.
Narrata poi con stile e scorrevolezza, sembra quasi di essere stati presenti anche noi al tutto..
Grazie amico mio, un abbraccio forte!
Non sono molto lontana da Ghemme, ma non mi sono mai recata a questa bella ricorrenza. Una cosa cui non hai accennato e che mi sembra di ricordare: che il corpo della Beata è stato per lungo tempo conteso dagli abitanti di Quarona che ne rivendicavano il possesso. Può anche darsi che i miei ricordi di bambina non siano chiari. A quel tempo, quando la gente aveva molta più fede e celebrava col cuore le feste religiose, i racconti fiorivano.. Grazie per aver ricordato questa bella figura di Santa.
Paola
¡Hola Constantino!!!
Nos dejas un precioso post abrazo a una bella historia: un tanto triste pero real, y muy bien plasmada con imágenes que hablan por si solas.
Ha sido un inmenso placer pasar a leerte.
Te dejo mi gratitud y mi estima siempre.
Un abrazo y feliz fin de semana.
Che bello Costantino!!! Sembra un romanzo.........la storia della Santa è molto triste, ma il tuo pellegrinaggio è bellissimo!!!! Che piacere leggerti. Un grande abbraccio
Emi
Non sapevo nulla della storia (o leggenda) di questa Beata nè della sua esistenza, ma è sempre interessante ed istruttivo quello che si apprende girovagando fra i nostri blog.
un bello spaccato di vita vissuta che io adoro leggere
Grazie a tutte/i Voi, buona settimana !|
Grazie per la tua visita ed a presto.
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