lunedì 16 gennaio 2017

Tempi antichi

I rovi hanno invaso molti dei timidi sentieri calpestati dalla gente del mio paese per raggiungere, nel passato, le fornaci, i campi, i vigneti dove si andava  a lavorare.



Sembrerebbero ancora transitabili, pur con l'avanzare della boscaglia, i tragitti campestri che venivano praticati, nel passato, per raggiungere la Madonna della Rama.
Il primo partiva dalle cascine del Bergallo e  saliva il modesto pendio del Motto dell'Asino.
Il secondo iniziava alla frazione Carlottina e, traversato il torrente Sizzone, allora pescoso e gonfio di acqua,  lambiva le Pianazze prima di raggiungere la meta.



Lo sbocco di entrambi era sullo "stradonino" per Maggiora, non lontano dal convento e dalla chiesa della Madonna della Rama.
Questi edifici, costruiti nel '500  su  impulso di Giovanni Galeazzo Maria Visconti, nobile di Fontaneto d'Agogna, esistono tuttora, sia pure non più adibiti ad attività religiosa, e attualmente di proprietà privata. Soprattutto la chiesa non è in buono stato di conservazione.    



Il complesso, affidato illo tempore agli Agostiniani, vide a lungo, in quei tempi bui, una strana coabitazione tra i religiosi ed i briganti barbavari, che spesso vi trovavano riparo.
Nell'edificio di culto erano notevoli gli affreschi, di cui rimane oggi qualche parziale vestigia e che sono databili al XVI secolo.

Quante leggende sono fiorite su questi luoghi, quante pagine di storia apparentemente minore si sono scritte in queste lande!  Luoghi di devozione, arte, leggenda, lavoro, di cui si affievolisce la memoria con il passare delle generazioni  e con l'avanzare dell'incolto.

Torrente Sizzone
matite colorate su carta