lunedì 30 aprile 2012

Il sapore "dolce" di Gorgonzola

Non è luogo turistico per eccellenza.
Qui non si fermano la domenica pullman di vocianti pensionati in gita, ai quali mi sento affine se non altro per anagrafe.
Però, chi vi  giunge  non può non ammirare lo scorrere lemme delle acque del Naviglio della Martesana.
Soffermarsi qualche momento nella Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio  e, a fianco, dare uno sguardo ai bei dipinti di Domenico Pozzi nel Mausoleo Serbelloni.
Senza dimenticare l'antico Santuario della Madonna dell'Aiuto.


Tipico di Gorgonzola è lo stracchino, il formaggio anticamente prodotto col latte delle mucche stanche (da qui il nome), perchè arrivate, nel tardo autunno, dalle valli bergamasche.

Materia del contendere è se il gorgonzola sia nato qui, oppure a Novara.
Da novarese dovrei propendere per quest'ultima tesi, ma, abitando nel lembo nord della provincia, mi dichiaro poco interessato alla questione. Mi limito a ricordare, con grande affetto, quanto piacesse questo delizioso formaggio ad alcune persone a me particolarmente care.

Si arriva comodamente in questa località, in metropolitana, partendo da Milano.

domenica 22 aprile 2012

Novara art prize 2012


Con questa opera mia figlia GIADA OTTONE partecipa
alla mostra-concorso "Novara art prize 2012".
I visitatori della mostra hanno la possibilità di votare i loro artisti preferiti, sia presso la sede espositiva, sia online tramite e-mail.
 
www.lariseria.it
[votazione chiusa in data 30 aprile]

venerdì 20 aprile 2012

Ricevuto da Lufantasygioie


Non è una meraviglia?
L'ho ricevuto da LU, che ringrazio moltissimo, e l'ho subito dato a mia figlia che lo ha trovato stupendo!
Grazie!!!

martedì 3 aprile 2012

La partita di calcio e la maestà dei platani

Quando i miei zii si trasferirono nell'appartamento nuovo, fui tra i primi ad essere invitato.
Una domenica mattina arrivai con la mia bicicletta.Salii,per la prima volta in vita mia, in ascensore e, a mezzogiorno in punto, suonai il campanello.
Lei aveva preparato la pastasciutta ed il dolce. Lui era tornato apposta alle undici per cucinare lo stufato. Il vino era quello, un po' aspro, di mio padre. Rifiutai soltanto la frutta, perchè non volevo far vedere a nessuno, neppure a loro che mi volevano bene, di non essere capace, di campagna com'ero, a sbucciarla con forchetta e coltello.
Alle due e mezza, la sorpresa: il loro balcone si affacciava proprio sullo stadio di calcio. Fu così che, da quella postazione, seguii, per diversi anni, le partite. Con qualunque tempo, in ogni stagione, vidi sfide emozionanti, bel gioco, reti spettacolari, attacchi e difese, fra applausi e contestazioni.

Tra il balcone e lo stadio si frapponevano tre maestosi alberi di platano. Da aprile, lo spuntare vigoroso del fogliame  mi toglieva la visuale di una parte del campo di gioco.
Anzichè indispettirmi, lo consideravo il giusto scotto per me che non pagavo, nè potevo, il biglietto. Imparai così ad interpretare quello spicchio nascosto di partita dalle grida della gente e dai fischi dell'arbitro.

Con più fascino ed un pizzico di mistero.

E' tanto che lo stadio è stato spostato in periferia, e la mia squadra non la seguo più.
Però "quelle"  piante, imperterrite, sono ancora lì.