venerdì 19 agosto 2011

Aletsch, Jungfrau, io, Tartarino

Cosa facevo io di fronte al ghiacciaio Aletsch in una domenica di tardo luglio, temperatura zero gradi, mentre alcuni ragazzi svizzeri, tutti rigorosamente biondi, si lanciavano gioiosamente palle di neve? (Ed io che credevo che solo in Italia fosse consentito tirare palle di neve!)



 
E cosa faceva, dal lato opposto, Tartarino il prode tarasconese, reduce dall'epica avventura africana? Stava forse tentando goffamente la scalata dello Jungfrau, la vetta svizzera per eccellenza? (Bellissima l'interpretazione televisiva di Tino Buazzelli, tanti anni fa).



Io ero arrivato qui valicando il Sempione, dove ero passato a fianco della grande Aquila napoleonica.
Avevo raggiunto in funivia Bettmeralp, con la chiesa di St. Michael, le casette montane, i balconi fioriti, a 1957 metri d'altitudine.




Poi decisamente più in alto, con la cabinovia, ad ammirare il ghiacciaio più esteso d'Europa, Patrimonio Unesco Jungfrau - Aletsch, ed a volgere lo sguardo su di un Vallese pittoresco, solcato dalle acque del Rodano.
Ne valeva la pena, e l'emozione di quel freddo estivo lo conservo nel fardello, sempre più greve, del mio aver vissuto.


Bibliografia: Tartarino di Tarascona, Tartarino sulle Alpi, Oscar Mondadori, 1°edizione settembre 1968